Finanziamenti europei per lo sport: punto di partenza per rilanciare il settore del No profit

Cosa significa vivere una transizione sportiva europea delle associazioni sportive dilettantistiche attraverso una differenziazione radicale delle competenze ed effettuare un reale cambiamento dal volontariato dilettantistico al lavoro specializzato.

di Matilde Geraci
Verso la transizione sportina europea: il mondo dei finanziamenti. questo il titolo del webinar organizzato dal CONI Liguria svoltosi lo scorso giovedì 10 febbraio sul web e che ha visto la partecipazione – tra gli altri – della Dottoressa Annalisa Cevasco, esperta in materia di progettualità europee.
Di seguito il video dell’interessante tema
https://fb.watch/b5W2tOS_Zx/

Un tema certamente di stretta attualità, quello della transizione sportiva, che non può avvenire senza prima aver attuato un cambiamento radicale dei modelli di organizzazione e di gestione delle società stesse. Affinché avvenga questo processo, è necessario innanzitutto imparare a professionalizzare e, soltanto successivamente, imparare ad affrontare le criticità, cogliendo le opportunità offerte dai finanziamenti e cominciare quindi a progettare. “Modalità diverse, per arrivare alle stesse finalità – ha sottolineato Cevasco – attraverso percorsi nuovi”.

Professionalizzare e progettare non basta tuttavia ad avviare una transizione sportiva europea. Bisogna lavorare in partenariato, ovvero collaborare al fine di mettere in campo competenze diverse per poter imparare l’uno dall’altro. Senza tralasciare, infine, l’importanza del saper usare i fondi europei attraverso modalità di rendicontazione piuttosto elaborate.

Vivere una transizione sportiva europea è senza dubbio un’opportunità di crescita delle singole società, in grado di generare nuove forme di occupazione all’interno del mondo dello sport. Nuove tipologie di risorse che, una volta inserite nel percorso di cambiamento, possono anche favorire nuove forme di finanziamento in contesto europeo. Seguendo tale criterio, diventa allora fondamentale cominciare a guardare al ruolo dello sport anche in un’ottica più ampia: non solo attività agonistica, ma anche attore protagonista di uno sviluppo sostenibile, in particolare nel contrasto ai cambiamenti climatici.

“Non tutte le idee sono però adeguate a tutti i finanziamenti”, ribadisce ancora la Dottoressa Cevasco. “Non si deve forzare un’idea, solo perché abbiamo quel bisogno. Bisogna avere delle idee buone e usare il finanziamento opportuno, in modo da ottimizzare i risultati possibili”.

A partire dal 2007 si è data sempre maggiore forza e corpo a quei valori che l’Unione Europea riconosce nello sport e che vanno oltre al bene sportivo fine a se stesso, fino ad arrivare alla Programmazione 2021-2027 tramite la quale sono stati strutturati dei bandi specifici volti a rafforzare i fondi diretti a favore dello sport. Tali fondi si suddividono in: fondi mainstream, facilmente accessibili e finanziati attraverso bandi regionali; fondi diretti, finanziati direttamente dall’UE e che prevedono progetti condivisi fra gli stati membri; fondi di cooperazione, finanziati da organismi intermedi che corrispondono ad aree territoriali di cooperazione. Tra gli esempi esposti dall’esperta, vi è quello del progetto Erasmus+ 2022, che prevede al suo interno un canale specifico di finanziamenti dedicati allo sport. Si tratta di contributi volti a incoraggiare e promuovere i valori sportivi, contrastando al contempo la violenza, il

razzismo, il doping e ogni forma di discriminazione, attraverso partenariati di cooperazione; partenariati su scala ridotta; eventi sportivi europei senza scopo di lucro; sviluppo delle capacità nel campo dello sport. I bandi per poter accedere a tali finanziamenti con contributi fino al 100% del progetto stesso sono tutti in scadenza tra marzo e aprile. Per quanto riguarda invece i fondi erogati dalle Regioni a favore delle associazioni e società sportive dilettantistiche c’è tempo fino al 18 aprile per presentare domanda e provare a ottenere finanziamenti agevolati per l’acquisto di attrezzature o eseguire ristrutturazioni. Tra la primavera e l’autunno partiranno invece i bandi volti a favorire la cooperazione territoriale, come già avvenuto con la Programmazione 2014-2020, che ha fornito opportunità prevalentemente a tutti quei progetti che erano dedicati allo sport outdoor, con contributi fino al 100%.

“Quello che desidero sottolineare – conclude Cevasco – è che alcuni di questi finanziamenti, come appunto quelli di Erasmus+ e della cooperazione territoriale, possono essere degli strumenti fondamentali, in un periodo come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, per aver risorse economiche per pagare quelle umane. Naturalmente, sempre partendo da idee progettuali valide ed effettive”.


Inserito da Redazione 13 Febbraio 2022
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