Vela: Carlo Croce ai microfoni di Rai Sport “In Brasile competitivi, caso Malesia un’opportunità per il futuro. L’inquinamento di Rio? Se c’è bel tempo il problema è risolto”
di Valerio Tripi
Un’intervista a tutto tondo quella rilasciata dal presidente della Fiv e di World Sailing Carlo Croce ai microfoni della trasmissione della Rai sport “Vela a Vela” curata da Giulio Guazzini. Fra i temi affrontati le qualificazioni olimpiche degli azzurri, la situazione del campo di gara olimpico di Rio de Janeiro e la questione dei Mondiali Youth in Malesia. Risposte politicamente corrette che però, ma sicuramente è solo una sensazione, non toccano il cuore del problema soprattutto per quanto riguarda la situazione ambientale del campo di regata inquinato in Brasile e del grave attentato ai valori base dello sport che l’esclusione della delegazione israeliana ai mondiali giovanili in Malesia ha causato.
Ecco le risposte del presidente della Fiv e di World Sailing Carlo Croce. “La nostra squadra olimpica azzurra si sta formando – dice Croce – abbiamo già nominato tre equipaggi effettivi per le Olimpiadi. A breve avremo anche il quarto. Sono tutti equipaggi molto qualificati, anche se sappiamo che le Olimpiadi sono una cosa a parte e le sensazioni positive spesso non trovano riscontri in gara. A chi dice che siamo potenzialmente da medaglia, infatti, rispondo sempre buttando acqua sul fuoco. Il direttore tecnico Marchesini è soddisfatto, anche perché dietro gli atleti che andranno alle Olimpiadi abbiamo tanti ragazzi che subito dopo Rio porteremo in giro per il mondo per farli crescere. Di solito dopo le Olimpiadi ci si ferma, ma noi proseguiremo con le nostre attività portando i nostri giovani in competizioni che non avranno i grandi campioni ai nastri di partenza e che serviranno proprio per fare maturare i nostri ragazzi”.
A proposito del caso Malesia, invece, Croce si è limitato a prendere atto della situazione. Anche se da presidente della federazione internazionale resta la sensazione che avrebbe potuto fare di più. “Quello che è successo in Malesia – dice – per noi è stata un’opportunità: abbiamo adesso un protocollo che prevedere regole che il paese ospitante deve seguire. Regole di comportamento che vietano cose come il divieto di esporre la bandiera di un paese. Questa è stata una cosa gravissima. Però in Malesia tutto è successo il 24 gennaio, sette giorni prima che si disputassero le gare. C’erano 73 nazioni e 700 ragazzi con le rispettive famiglie: non potevamo fare altro che correre. Non correre è sempre un errore grave. Qualunque tipo di sanzione avremmo preso, c’era rischio di un ricorso e non potevamo correre questo pericolo. Bisogna sapere i fatti: ci sono stati errori da tutte e due le parti. Abbiamo usato quello che è successo per avere regole chiare per il futuro: completa apertura di eventi che avranno luogo in futuro a tutti i concorrenti. Il Cio ci è stato vicino e ha apprezzato il nuovo protocollo. Quello che è successo in Malesia è successo anche in altri tre sport. Chiaro che chi non sa le cose alza la voce, ma bisogna sapere i fatti prima di parlare. Avremo presto una prova del fuoco per il nuovo protocollo con le manifestazioni in Oman e in Israele”.
Link video: http://espn.go.com/video/clip?id=espn:14657201
A proposito dell’inquinamento del campo di regata che ospiterà le Olimpiadi in Brasile, il presidente federale minimizza i rischi per la salute. Nonostante esempi che lui stesso racconta. “Abbiamo sempre guardato con attenzione a questa tematica – dice – anche nell’ultima preolimpica. Abbiamo portato con noi sette medici chimici e interpellato l’organizzazione mondiale della sanità: da un punto di vista tecnico le cose non sono così gravi come il pensiero comune sostiene. E quando dico pensiero comune mi riferisco a giornalisti o altro che ruota intorno al mondo della vela, ma non dentro. Certo è facile dire che c’era nel campo di regata un cane morto che galleggiava. Ma è una situazione difficile. I brasiliani hanno promesso che avrebbero fatto qualcosa. Ma non hanno più soldi. Da quando hanno ottenuto le Olimpiadi hanno terminato i fondi. C’è una barriera anti inquinamento pronta per mettere al riparo i ragazzi nelle zone in cui andranno con le barche e creare una situazione di sicurezza. C’è questo ragazzo tedesco che ha preso un’infezione gravissima alla gamba. Lui però forse aveva mangiato in un ristorante cattivo. La situazione, poi, è molto legata al meteo: se hai una certa direzione di vento l’acqua è pulita. Lì c’è la spiaggia più famosa del mondo con gente che da sempre fa il bagno: la verità è a metà strada, forse la situazione non è così grave come si dice”.
Una considerazione Croce la fa anche per quanto riguarda la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. “Vivo con entusiasmo questa corsa – dice Croce – il lavoro fatto dalla nostra squadra con Malagò e Montezemolo è stupendo. Il clima è favorevole: se non facciamo troppi pasticci come mafia capitale che è esplosa proprio nel momento che abbiamo avanzato la candidatura ufficiale, possiamo avere buone possibilità. Secondo me in lizza ormai ci sono solo Roma e Parigi. Non so se ci sono dati precisi, ma non siamo indietro. Siamo pari. Abbiamo fatto un lavoro di ricerca sulle sei di regata e la scelta è ricaduta su Cagliari: i parametri che abbiamo seguito prevedevano anche la pulizia del mare e quella sede non ha eguali. La nostra squadra si allena lì, gli inglesi pure. Per l’Italia è un’opportunità da non perdere. Malagò ci ha chiesto una mano e vediamo con chi riusciamo a parlare per convincere gli aventi diritto a votare per l’Italia. Ci stiamo spendendo al massimo”.
Link: Video intervista a Carlo Croce