Windsurfer: quando la passione diventa il vero motore del lavoro, il segreto del successo di Edoardo Thermes

Nella doppia veste di importatore di tavole Windsurfer Lt e promotore di eventi, l’imprenditore romano sembra proprio aver vinto la scommessa insieme ad altri di rilanciare la classe Windsurfer nel mondo. E già si pensa ai Mondiali di Palermo del 2022 e Perth in Australia del 2023

di Matilde Geraci
Il mondo del windsurf è sempre stata la più grande passione di Edoardo Thermes e oggi può dire con orgoglio di essere riuscito a trasformare questa stessa passione nel suo lavoro. Non senza fatica né rinunce, certo, ma il tempo e la dedizione lo hanno saputo ripagare con grandi successi, sia nel campo dell’importazione di tavole in tutta Europa, che in quello della promozione di attività ed eventi legati sempre al windsurf.

Il suo percorso professionale, però, parte da lontano e sicuramente all’inizio virava da tutt’altra parte. Tra gli anni ‘80 e gli anni ‘90 il windsurf viveva la sua massima espansione e all’Albaria di Mondello si organizzavano eventi che riuscivano ad attirare sportivi e turisti da tutto il mondo, catalizzando l’interesse e il supporto delle emittenti televisive nazionali. Gli anni successivi sono stati caratterizzati da un certo allontanamento di quella generazione di ragazzi dal mondo del windsurf, vuoi per ragioni di studio, di lavoro o per semplici scelte familiari. Questo allontanamento ha coinciso, per certi versi, con una sorta di declino che il Windsurfer ha vissuto tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio dei 2000, in favore di altre specialità come il Surf e altre tavole a vela sicuramente più performanti, oltre alle nuove discipline sportive, più semplici da praticare, come il SUP, il Kite.

“Con un gruppo di amici, con Vincenzo Baglione in prima linea, e di cui facevano parte, fra gli altri, anche Maurizio Bufalini e Carlo Dalla Vedova – ricorda con piacere Thermes – abbiamo ricominciato a fare attività con la classe windsurfer tra il 2010 e il 2011, e in quegli anni lavoravo ancora per una grande azienda come Wind”. Thermes, infatti, a quell’epoca era Direttore Marketing Mobile Internet & Innovative Services dell’azienda di telefonia mobile e, in particolare, si occupava dei siti web, dei social media e delle app. Così il primo approccio al mondo del Windsurfer è stato quello di un semplice hobby. Piano piano “ho cominciato un po’ a occuparmi anche della parte commerciale di quella che, all’inizio, era esclusivamente una passione e che riguardava per esempio l’impostazione delle tavole, all’epoca ancora di prima generazione”.

Edoardo Thermes (sx) con Giampaolo Fantozzi (dx) e Paco Cottone, in occasione della premiazione degli Italiani Windsurfer disputati in Sardegna a Ccluccia nel 2018

“Stavamo tentando di riportare a un pubblico possibilmente ampio l’idea di fare windsurf in modo semplice, economicamente accessibile e fondamentalmente divertente. Perché, dietro a tutto questo mondo della classe Windsurfer, c’è tanta voglia di stare insieme, di viaggiare, di fare – per così dire – delle regate che sono delle occasioni per fare vacanze, conoscere posti nuovi e, perché no, tenersi in forma. Questo via via è andato crescendo”.

Arriviamo così al 2016, quando, dopo attente analisi e valutazioni di sorta, l’idea di poter realizzare la tavola fatta con materiali moderni si è fatta sempre più concreta. “Ricordo di aver contattato per la prima volta Cobra (azienda tailandese leader mondiale nella costruzione di tavole da windsurf, ndr.) nel luglio di quell’anno con una mail in cui spiegavo il desiderio di ritornare alle radici, con una tavola che potesse essere adatta ad una scuola di windsurf e allo stesso tempo alle regate. Così, grazie anche al contributo di tante persone e di altri Paesi, in primis l’Australia, si è avviato questo progetto”. Nel 2017 Thermes continuava ancora a lavorare per Wind, ma a metà di quell’anno passa a TIM, diventandone il responsabile del settore Digital Market. “Era per me quello un momento di svolta molto importante dal punto di vista lavorativo”. Passano però pochi mesi e l’imprenditore romano decide di costituire la società per importare le tavole in tutta Europa, pur continuando a gestire ancora la carriera presso l’azienda di telefonia. “Riuscivo a trovare un equilibrio tra il lavoro per così dire vero e quella che era ed è tuttora una grande passione, grazie soprattutto al fuso orario, perché lavorando con Cina, Thailandia, Australia e Giappone, avevo la fortuna, o la sfortuna, di scambiare email nelle primissime ore della mattina (quando in estremo Oriente il giorno sta quasi terminando), per poi recarmi a lavoro”. Un ritmo che è riuscito a sostenere fino a quando le dimensioni dell’attività erano ancora tutto sommato contenute. Quando ormai ne era chiaro l’effettivo potenziale, non è stato difficile far diventare la passione nella sua unica ed esclusiva attività lavorativa, gestita sino a quel punto a titolo di volontariato. “È stata una scelta maturata pian piano e chiaramente non basata su valori economici, né di sicurezza da quel punto di vista. Il fatto è che, arrivati a un certo punto della propria vita, se ti si presenta questa opportunità, bisogna coglierla al volo. Non è stata una decisione sofferta. Perché è una cosa talmente bella, quella di avere la possibilità di fare un’attività lavorativa che coincida con la propria passione, che mi ci sono buttato a capofitto. E devo dire con molta soddisfazione, pur considerando il discorso della pandemia”. Thermes, infatti, è uscito da TIM il 31 gennaio 2020, quindi poco prima che scoppiasse l’emergenza Covid, con tutte le conseguenze che si è portata dietro, investendo in pieno le nostre vite. Gli impatti sulle attività della Windsurfer, commerciale e non, che vive molto anche di eventi e di vita sociale, sono stati profondi e innegabili. “Tutto il mio 2020 è stato di conseguenza un periodo di stasi totale e di grandissime difficoltà, sebbene come sport il windsurf si presti molto bene al distanziamento sociale: fra trascorrere un’ora chiuso in palestra e navigare in solitaria nel mare, direi che la scelta sia quasi obbligata”.

Nonostante l’impatto economico e sociale causato dal Covid, l’ottima pianificazione strategica ad opera di un gruppo di appasionati italiani ed australiani, accomunati dal “Windsurfer Spirit” si è rivelata vincente. Infatti, l’idea di creare una tavola più leggera e di minor volume, ma allo stesso tempo più performante, all’inizio poteva persino sembrare rivoluzionaria, ma il tempo ha dato ragione. Oggi la società Windsurfer Europe è tra i più importanti importatori in Europa delle tavole Windsurfer LT. “Io e Vincenzo Baglione siamo stati i due motori di questa rivoluzione. Devo dire, anzi, che tutta l’Albaria ha avuto un ruolo centrale in tutti questi accadimenti, soprattutto nella parte di coinvolgimento di tutti i principali marchi del mondo del windsurf internazionale, che hanno creduto nell’idea di creare una classe di appassionati di windsurf, perché probabilmente si sono resi conto anche loro della necessità di questa rivoluzione, alla luce dell’evoluzione tecnologica delle tavole e del fatto che fosse diventato meno semplice, per via dell’aumento dei costi, che gente comune si approcciasse a questo sport”. Uno sport che, in effetti, era diventato sempre più di nicchia, in cui l’agonismo prevaleva sul divertimento, e che gradualmente sta ritornando a coinvolgere tantissimi dilettanti ed appassionati, pur rimanendo al passo coi tempi. È forse questa la vera rivoluzione. “Manovre estreme e attrezzature molto costose (pensiamo per esempio al foil) rendono questo sport sicuramente molto emozionante da guardare – riconosce Thermes – ma sono tra i motivi per i quali le persone avevano smesso di praticarlo. Molto bello da vedere, anche con acrobazie spettacolari, ma sicuramente ha fatto sì che il pubblico non s’immedesimasse più e cominciasse ad allontanarsene. Un vero peccato, considerando che, a parte l’aspetto della regata, quello che a noi appassiona del mondo del windsurf è essenzialmente il fatto che la tavola è un mezzo di trasporto, che ti permette di navigare, ma soprattutto che ti dona un senso di libertà. E questo si era un po’ perso”.

La volontà di Edoardo Thermes di dare nuova linfa vitale al Windsurfer non si ferma all’importazione delle tavole del medesimo brand (circostanza che aiuta anche gli altri marchi coinvolti nel progetto di Cobra), ma si fonde anche con il desiderio di aiutare i circoli a organizzare eventi. D’altronde, come già detto, è una classe che coniuga tecnica a momenti di divertimento. E l’Italia, insieme con l’Australia e Thailandia con Cobra, è stata il cuore di questo rilancio, sebbene paesi come Spagna, Francia, Paesi Bassi e Finlandia siano molto attivi in tal senso, con varie attività e regate già in calendario. “Adesso, quello a cui stiamo assistendo e in qualche modo favorendo, è l’intenzione delle associazioni di classe nelle varie nazioni di strutturarsi un minimo per poter permettere un palinsesto di regate che favorisca la pratica del Windsurfer. Il momento clou di questi eventi è sicuramente il campionato europeo, che si terrà in Costa Brava alla fine di giugno e i campionati Mondiali a Mondello in programma ad inizio ottobre. In Italia sono in calendario 6 regate nel corso dell’anno in diverse regioni. Le attività dei circoli di questo tipo stanno diventando via via sempre più frequenti e, a questo livello di gare mai esasperate, aiutano a coinvolgere vecchi e nuovi appassionati con un giusto mix di competizione e socialità”. “Aiutiamo i circoli a organizzare al meglio gli eventi, li aiutiamo a promuoverli, anche attraverso i vari canali social. Un aspetto sul quale quest’anno dobbiamo puntare ancora di più, soprattutto tramite Facebook e Instagram, per facilitarne la diffusione e dargli maggiore risalto mediatico. Così come la ricerca degli sponsor, ed elevare man mano il livello”. Lo scopo di queste attività non è prettamente commerciale, come tiene a sottolineare l’imprenditore, ma è quello di fornire a coloro che vengono coinvolti un’esperienza il più possibile piacevole, seppur facendo grandi sforzi. “Se penso a qualche anno fa, quando abbiamo cominciato, gli eventi erano organizzati in maniera davvero “avventurosa”, oggi l’impegno è maggiore e più ponderato anche in termini di servizi che vengono messi a disposizione. E speriamo che i Mondiali programmati in Italia nel 2022 ed Australia a fine 2023 possano rappresentare l’apice di questi sforzi. Io ci conto per davvero, anche perché abbiamo tutte le carte in regola per renderli eventi memorabili, proprio come ai bei vecchi tempi”. 


Inserito da Redazione 22 Febbraio 2022
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